L’Eucaristia ci rende famiglia e lievito di fraternità
Terza Tappa del Congresso Eucaristico Diocesano
Riti di inizio
CONVOCATI DAL SIGNORE E ACCOGLIENTI GLI UNI VERSO GLI ALTRI
Il primo atto liturgico della celebrazione cristiana è il “radunarsi” insieme, il costituirsi dell’assemblea. La processione iniziale dei ministri esprime e realizza la singolarità di questa riunione. Essa, infatti, non è assimilabile a un normale incontro o a una aggregazione umana, perché è opera del Signore Risorto.
L’assemblea eucaristica domenicale, infatti, è aperta a tutti coloro che credono in Cristo Gesù, qualunque sia la razza, la nazionalità, la classe sociale, la cultura, il sesso, l’età, la professione, il temperamento, il passato, senza discriminazione e senza distinzione di persone: «Noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito » (1 Cor 12,13).
Per manifestare l’universalità della Chiesa la celebrazione eucaristica domenicale deve fare in modo che le persone che si riuniscono non siano estranee le une alle altre, che il forestiero e il fratello di passaggio vi siano accolti fraternamente e i poveri si trovino a loro agio, vigilando sulla tendenza a ripiegarsi su di sé e a chiudersi fra frequentatori del medesimo ceto sociale o della stessa provenienza e facendo crescere la disponibilità a convergere verso un’unica celebrazione eucaristica domenicale.
Per una verifica
- Quali sono i gesti per favorire la partecipazione all’Eucaristia domenicale ed esprimere l’accoglienza reciproca (pensiamo in particolare ad anziani, persone con disabilità, poveri, stranieri)? Che cosa può invece ostacolare partecipazione e accoglienza?
- Come far sì che la celebrazione eucaristica domenicale sia a misura di famiglia?
- Come favorire la convocazione in un’unica Eucaristia domenicale nelle comunità sparse in un territorio comprendente più parrocchie …?